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Maurizio Galimberti per la #doccetteria Damast

18-06-2019


Raccontare il prodotto uscendo dagli schemi spesso angusti e dagli standard canonici della fotografia industriale, favorire ancora una volta l’incontro tra azienda ed arte, ampliare gli orizzonti portando mondi apparentemente lontani tra loro a dialogare in perfetta armonia. Questo lo spirito che ha spinto Concetta Mastrolia, AD di Damast con una spiccata propensione per l’arte contemporanea, a lanciare ancora una volta “il cuore oltre l’ostacolo”, centrando un obiettivo ambizioso come la collaborazione con Maurizio Galimberti. 


Fotografo di fama internazionale, Galimberti è conosciuto nel mondo come instant artist celebre per i suoi “mosaici fotografici” che hanno di volta in volta come protagonisti volti noti dello spettacolo, città, architetture e dettagli della realtà. Dall’incontro con Damast sono nate nove opere in bianco e nero (Fuji Instax Square SQ20) con l’inconfondibile tecnica in cui il soggetto viene scomposto in numerosi scatti, spesso corrispondenti a diverse prospettive, e ricomposto sapientemente, tessera dopo tessera, in un’immagine sfaccettata, profonda, dinamica e capace di cogliere l’essenza, la parte più intima e significativa dell’oggetto, della persona o del dettaglio ritratto. 


Il risultato di questo lavoro per l’azienda di Invorio è confluito nell’esposizione “Maurizio Galimberti per Damast: l’intuizione, l’emozione, la fotografia d’autore”. I protagonisti di questa affascinante operazione non potevano essere che loro, gli elementi della #doccetteria Damast: soffioni e docce a mano, come non erano mai stati fotografati prima d’ora, con un occhio inedito, personale ed intriso di influenze artistiche.

 
È lo stesso autore a raccontare come le opere realizzate per Damast siano il risultato di uno sguardo sul prodotto industriale contaminato dalla storia dell’arte moderna. “La mia è una fotografia molto futurista, vicina al ritmo di Umberto Boccioni e di Marcel Duchamp. Questa visione artistica si unisce a un’operazione di memoria della storia della scuola di architettura tedesca della Bauhaus, tra i primi a inserire i prodotti industriali nella fotografia. Così, facendo un mix tra queste culture, ha preso forma questa mia visione attraverso l’uso di macchine fotografiche Fuji Instanx Square, nuova tecnologia di cui sono key ambassador.

Una tecnica che permette di entrare nel dettaglio, di avvicinarsi molto al soggetto, senza aver bisogno di utilizzare luci supplementari: una fotografia pura e diretta, scritta dalla luce naturale: ne sono uscite queste immagini molto dinamiche, vicine a un certo tipo di costruttivismo e quindi a una visione della realtà particolare”. 


Nove opere, come detto, non una in più né una in meno, per raccontare il mondo Damast: “È stata una scelta, avevo ricevuto qualche altro soggetto dall’azienda ma ho sentito che quelle racchiudevano al meglio la mia visione sul loro prodotto” spiega l’artista. Fonte di ispirazione per Galimberti e chiave di lettura dei soggetti ritratti, il tema dell’acqua nella sua idea di leggerezza: “L’acqua in realtà è pesante, basti pensare che un metro cubo d’acqua pesa una tonnellata, però trasmette un senso di piacevolezza e leggerezza. Ecco, nelle fotografie ho cercato di trasmettere questa idea di ‘peso leggero’ che ha l’acqua quando scorre su di noi. Sono foto snelle e agili, nessuna pesantezza, né luce cupa o lugubre: i soggetti ritratti sono qualcosa di molto utile e positivo nella vita dell’uomo”.


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